Men at work

Nel novembre del 2012, Carpano compone Men at work.

«Era una bellissima giornata di sole. Rinunciai alla moto e andai a Firenze perché una mia amica doveva traslocare; volevo fare bella figura e le dissi “ti vengo a dare una mano, anzi due”. Sì, perché non uso le mani solo per suonare e, anche quando lo faccio, ritengo di farlo per gli altri. Solo che dopo mi accorsi che… la casa era al quarto piano senza ascensore! Ma tra una salita e l’altra, in quella scala stretta, prese forma nella mia testa il ritmo pulsante e ostinato di Men at work, che prima parte lento, quasi interrogativo (ce la faremo? quanti sono questi scalini? quante sono queste scatole?), poi rompo il fiato e comincio a sentire il piacere della fatica, del sudore, del movimento fatto per aiutare qualcuno.
Ho poi elaborato il brano immaginando l’inizio titubante di ogni impresa, di ogni lavoro che parte in spazi angusti, con magri risultati, affrontando difficoltà iniziali, ma poi l’azione prende il sopravvento, si libera dai vincoli, dai dubbi, dagli ostacoli, e si dispiega nello spazio in un crescendo senza limiti, mossa dalla voglia di fare, di costruire strade, ponti, grattacieli, città intere e anche il futuro».
Nel dicembre 2018 esce il video di Men at work, un cortometraggio (regia e fotografia di Frank Andiver) che ha per protagonista lo chef lucchese Samuele Cosentino alle prese con una ricetta: «usando mani, mente e cuore» commenta Càrpano, «trasmette i valori di una tradizione. Lui lo fa con il cibo, io lo posso fare con la musica. La materia con cui si crea non fa differenza, è solo il mezzo per comunicare agli altri la volontà e l’impegno in tutto ciò che facciamo».

 


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